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22 luglio 2010

Come dare un calcio alla Dea Bendata

south africa 2010, cameroon, netherlands
fonte immagine | boston.com/bigpicture
Parliamo di Mondiali ancora (ne ho già parlato con la mia pagellina, oppure parlando della sexy tifosa paraguaiana) ma questa volta si parla in modo diverso. stavo riflettendo qualche giorno fa una volta che tutto è terminato e che i giornali pian piano cominciano ad assopirsi all'argomento calcio e mondiali.
Parlo di squadre come Ghana e Paraguay. Per entrambe i calci di rigore sono stati, senza dubbio, quanto di peggio potessero incontrare nella loro squadra.
Non so, ma nel calcio c'è bravura, impegno, passione, forza ma c'è anche una Dea Bendata che segue la partita dall'alto e che con i suoi respiri annoiati sbuffa sul campo da gioco, soffiando la palla di qua e di là. Magari non sbuffa ma lancia in aria la sua monetina ogni qual volta che l'azione si fa più frenetica.
Mi viene in mente l'incredibile finale del 2006, con quell'inquadratura che riprendeva Zidane che a testa bassa si allontanava dal campo lasciandosi la teca con la Coppa del Mondo alle sue spalle, come se dovesse dirgli addio per sempre. In quel momento ho capito che forse la Dea Bendata stava guardando in direzione della nostra nazionale.

Tifavo Ghana nella sfida contro l'Uruguay. Così, senza un motivo preciso, se non altro per quella sfida che poteva portare l'unica squadra africana rimasta in semifinale; un traguardo storico, mai raggiunto prima. Si vedeva che i giocatori africani non avevano quella tecnica da far impallidire l'avversarsio, gli schemi sembravano non esistere ma erano comunque riusciti ad arrivare ai quarti, quando all'inzio nessuno avrebbe scommesso 1 cent sulla loro performance.
Quando oltre i 120 minuti di gioco capita il rigore che può portare il Ghana in semifinale ho capito che la Dea Bendata si era voltata a loro favore. Ma se a caval donato non si guarda in bocca neppure si può tirare un calcio alla Dea Bendata, con la scusa che non vi può vedere, perché Lei, che può ogni cosa, prima o poi si vendicherà. Si sa anche quanto tirchia di occasioni sia, per cui anche senza vendetta, una volta sprecata un'occasione non se ne presenterà un'altra bella e buona ad aspettarvi. Sbagliata quell'occasione avevo già capito che il Ghana non sarebbe mai passato. Segno del destino o meno ma è stato così.
Le cose sono state piuttosto simili anche per il Paraguay, alle prese con una Spagna leggermente sotto tono durante il primo tempo, un'occasione che non è capitata a molti in questi mondiali. E poi c'è quel rigore, che arriva giusto in un momento in cui la Spagna sembra soffrire più del solito, e un gol avrebbe potuto portare alla disfatta. Per una squadra come il Paraguay, decisamente meno favorito della Spagna, è un'occasione d'oro, di quelle da non sprecare. E infatti loro la sprecano. Se per il Ghana la Dea Bendata si era solo limitata a non fornire altre occasioni, con il Paraguay, attua una vera e propria vendetta, dolorosa, molto dolorosa. Nel giro di un minuto rigore per la Spagna. Gol. Annullato. Da ripetere. Morale che inizia a salire, tifosi che iniziano ad illudersi. Rigore di nuovo. Parato. L'illusione sale ai livelli massimi, ma non fa i conti con la Dea Bendata, che non ammette occasioni sprecate. A 7 minuti dalla fine la nostra Dea inferisce il colpo mortale, non un colpo singolo ma una serie di pugnalate veloci ma abbastanza lente da farti sentire tutto il dolore. Da farti capire quanto hai sprecato prima. Tiro. Palo. Arriva Villa. Tiro. Palo. Linea. L'altro palo. GOL.

Se ne sono andate così due squadre che da questo mondiale avevano ricevuto tanto, nel quale avevano riposto molte speranze ma anche nel quale si sono lasciate sfuggire occasioni servite in un piatto d'argento.

Ah, e l'Italia? Tre occasioni sprecate a regola d'arte. Ma la Dea Bendata mi sa che c'entra poco. Se non si arriva nell'area avversaria, se non si impara a giocare a calcio e se ci si sveglia solo a 10 minuti dalla fine delle partite, c'è poco che possa aiutare, soprattutto quando si parte già con la convinzione che la fortuna sarà dalla nostra parte a prescindere.

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